giovedì 7 luglio 2011

[2] Benvenuto, Benvenuta


Lettore, ascoltatore, amico, che tu sia giovane o vecchio, donna o uomo,  povero o ricco, fresco o stanco, credente o non credente o sperante, felice o infelice, più o meno istruito, TU sei parte di questo Mondo, di questa Natura quanto lo sono le montagne, i cieli, i mari e le miriadi di esseri, piante e animali, che li popolano.  
   TU, però, nella Natura occupi un posto speciale con la tua Coscienza, un posto che dà privilegi, che può dare onore, che obbliga alla responsabilità, così come la testa è responsabile delle azioni delle mani e della salute del corpo.  TUTTI NOI INSIEME, coi nostri cervelli, coi nostri cuori, con la nostra arte, la nostra scienza, la nostra tecnologia, rappresentiamo una sorta di Coscienza della Natura, una Coscienza che ha il potere di agire intenzionalmente e di influenzare la Natura con mezzi che nessun altro essere ha a disposizione. Da qui la responsabilità. E da qui anche la sofferenza e l'umiliazione, ma anche la speranza e la fiducia. 
   Sofferenza e umiliazione nel vedere una Umanità mai così numerosa (stiamo per raggiungere i 7 miliardi) e con tanti prodigiosi mezzi per poter stare bene, una tale Umanità che mai come oggi ha visto tanta differenza e tanta sproporzione tra il povero e il ricco, mai ha visto un simile degrado ambientale, uno squilibrio del genere tra risorse e pretese! 
   Questa situazione attuale in cui quasi la metà di noi, cellule intelligenti e comunicanti che formano una Coscienza della Terra, vive al di sotto della soglia della povertà, denutrita e maltrattata, questa situazione è molto simile a quella di un cervello colpito da un massiccio attacco ischemico per cui la metà delle sue cellule non riceva più ossigeno, causando al corpo paralisi più o meno estese. Una situazione gravissima che necessità una cura, e una cura che non si occupi solo dei sintomi ma soprattutto delle cause del male. 
   La speranza, in questa situazione disperante, viene dall' osservare come, in casi del genere, la struttura del cervello sia tale da permettere alla parte sana di riconfigurarsi in modo da supplire alle carenze della parte malata, ripristinando le funzioni compromesse. Sono processi lenti e faticosi, che però, con tanto impegno e un'adeguata conoscenza e aiuto nella riabilitazione, portano a risultati sorprendenti. 
   C'è un'altra importante similitudine tra l'Umanità intera e l'organismo singolo, oltre a quella con il cervello e la coscienza, ed è quella con il sistema immunitario. 
   Esistono fin dai primordi dell'era industriale movimenti per la salvaguardia dell'ambiente e per la giustizia sociale, e sono andati moltiplicandosi, differenziandosi per cause specifiche e aumentando le proprie adesioni via via che aumentavano i danni e i rischi derivanti dall'industrializzazione selvaggia, in particolare dal secondo dopoguerra in poi, vincendo diverse battaglie, spesso contro dei colossi, battaglie la cui vittoria è consistita essenzialmente in un maggiore rispetto delle persone e dell'ambiente.   Un aiuto decisivo a questa presa di coscienza ecologica, al moltiplicarsi e al crescere di organizzazioni e iniziative che operano in questo senso è venuto negli ultimi dieci/vent'anni dalla diffusione sempre più capillare di internet, e più recentemente dei social-network, che hanno reso possibile il passaggio su larga scala di informazioni a cui veniva dato scarso o nessun rilievo dai tradizionali media massificati.  Tutte queste organizzazioni, molte delle quali locali o regionali, altre operanti su scala mondiale, agiscono proprio come un sistema immunitario planetario. 
   C'è un altro motivo per essere fiduciosi, ed è contenuto nelle parole dello storico M.R. Davien, che nel 1931 scriveva: «Dal 1496 a.C.al 1861 d.C. si sono avuti 227 anni di pace e 3357 anni di guerra, in ragione di tredici anni di guerra per ogni anno di pace». Fino a poco tempo fa questa considerazione mi suonava come uno spaventoso promemoria circa la natura dell'uomo, oggi invece penso che il ricordo di quel piccolo, unico anno ogni tredici ha fornito all'Umanità la forza di andare avanti e di non abbattersi fino ad oggi, non ostante tutto, come un preziosissimo lumino che rischiarasse la strada nella pece della notte. 

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