giovedì 7 luglio 2011

[1] Tecnologie, Evoluzione, Coscienza Collettiva, Qualche Novità


OK, SI VA !

È da più di due mesi ormai che sono pesantemente in fissa su questa cosa, che poi è la somma delle mie fisse degli ultimi dieci anni. Due mesi dacchè mi è quasi preso un colpo, due mesi che controllo e ricontrollo quei numeri e cerco di dare una forma chiara a questo discorso, e che mai mi soddisfa. Si tratta di qualcosa che ha mutato radicalmente il mio umore, i miei sentimenti, le mie speranze riguardo a questa specie e a questo pianeta che amaramente amo e ai quali appartengo quanto chiunque altro, qualcosa che da convinto catastrofista malthusiano(convinto che tra tanti mali, ad esempio, un 2012 catastrofico sarebbe stato quello minore...) mi ha obbligato ad un ottimismo sfrenato, una sensazione che non conoscevo, e che mi piace. Quindi oggi lo metto giù così, a getto, cercando di non fare un lavor(o alla cazzo, come si dice, di essere esauriente e più possibile sintetico, e riservandomi di apportare più avanti modifiche, aggiunte, approfondimenti.

LE “VECCHIE” FISSE

LE PROPRIETÀ EMERGENTI, CIOÈ QUALITÀ DALLA QUANTITÀ

Fin da bambino mi affascinava come gli uccelli nel cielo volassero disordinatamente quando erano in pochi e come invece quando erano tanti, in uno stormo, si disponessero in conformazioni ordinate e aerodinamiche, muovendosi all'unisono. Più avanti nei libri di scienze ho appreso che comportamenti del genere si riscontrano in svariati casi in natura (tra i pesci, in molti insetti sociali, e poi in internet, nei mercati, in fenomeni fisici...), e che sono definiti proprietà emergenti. Ciò significa semplicemente che quando gli elementi di un dato insieme superano una certa soglia numerica (definita soglia critica), e grazie al numero di connessioni che si viene a verificare, emerge un qualcosa, una capacità, una struttura che prima non c'era, che non si poteva predire in base alle caratteristiche dei singoli elementi, e che non appartiene ad alcuno dei singoli, ma unicamente all'insieme. Una qualità che deriva da una quantità. È una chiave di lettura della realtà relativamente recente, dato che risale agli anni '20 del Novecento, e i fautori di questa scuola di pensiero, detta Emergentismo, sostengono che anche la nostra Coscienza sia inquadrabile come fenomeno emergente, dovuto al superamento di un certo numero di neuroni, e dunque di sinapsi, nella nostra corteccia cerebrale.



TEILHARD DE CHARDIN E LA COSCIENZA COLLETTIVA

«Niente nell'universo potrebbe resistere ad un numero sufficientemente grande di intelligenze raggruppate e organizzate» T.d.C.
Il secondo chiodo fisso riguarda Teilhard de Chardin (1881-1955), un uomo davvero singolare, per l'epoca in cui è vissuto, per le intuizioni che ha avuto, per la sua storia. Teilhard de Chardin è stato uno scienziato e un gesuita, vissuto nel pieno della battaglia tra il neonato pensiero evoluzionista e quello creazionista della tradizione occidentale, e ha conciliato in una mirabile sintesi le due posizioni, da entrambe le quali era osteggiato, definito dall'una “troppo mistico per essere uno scienziato”, dall'altra “troppo razionale per essere un religioso”. Trascurato, esiliato, ridotto al silenzio, le sue opere vennero pubblicate solo dopo la sua morte. Cito di seguito brani di un interessante articolo, chiaro e breve, scritto da Carlo Formenti a proposito del cosiddetto “gesuita proibito”: «L’idea centrale è che, generando la specie umana, l’evoluzione abbia creato una sorta di "cervello" del pianeta: noi non saremmo altro che un "organo" della Terra la quale, attraverso di noi, sta divenendo un’entità dotata di auto consapevolezza (un’immagine ricorre: con la comparsa della vita cosciente il mondo "estroflette un occhio per guardarsi"). Ma se il processo evolutivo diviene consapevole di sé, esso può anche "scegliere" dove andare. E secondo Teilhard de Chardin, non abbiamo che due alternative: opporci all’unificazione della coscienza planetaria, nel qual caso ci voteremmo all’estinzione, oppure assecondarla e accelerarla. Verso che cosa? Finora siamo stati "granuli di pensiero", cellule nervose sparse sul corpo del pianeta, ma negli ultimi secoli la "massa pensante" ha furiosamente accelerato la propria crescita, e soprattutto ha generato la Noosfera, termine con cui il filosofo definisce l’insieme di tecnologie, codici e sistemi di comunicazione che ricoprono il mondo come un immenso sistema pensante artificiale (Teilhard de Chardin scriveva mezzo secolo prima di Internet, ma ebbe folgoranti intuizioni sul futuro dei calcolatori, che emettevano allora i primi vagiti). L’interazione fra Noosfera e massa pensante può trascinarci fino a un punto critico, il Punto Omega, in cui il cervello della Terra non sarà più la sommatoria di tanti piccoli sé, ma un’unica immane "sfera pensante" […] Il concetto di Terra pensante di Teilhard de Chardin anticipa di decenni la Teoria di Gaia del biofisico James Lovelock […] Di più: secondo Anodea Judith, le idee di Teilhard de Chardin sono in grado di integrare e assorbire quelle di Lovelock: se il secondo descrive il pianeta come un superorganismo che trascende l’opposizione fra materia inorganica e materia vivente, il primo regala un cervello a Gaia.»
Quella teilhardiana è in fin dei conti una visione apocalittica, in quanto l'Homo Noeticus, prossima evoluzione dell'Homo Sapiens, “non è una figura di difesa dello status quo prima che le cose peggiorino irrimediabilmente, ma una figura di attacco per far dire alla storia della salvezza: «tutto è compiuto».”

FIBONACCI

Due idee fisse, le proprietà emergenti e la coscienza collettiva, e una domanda: quali numeri determinano l'emergere di nuove proprietà, in particolar modo nell'insieme umano?
Ci ho pensato a lungo, senza giungere a capo di niente, fino a che una sera, sfogliando un volume sulla sezione aurea e trovandovi inevitabilmente in continuazione citato Fibonacci e la sua sequenza, mi sono detto, Perchè no? In fin dei conti il vecchio è dappertutto coi suoi numeri, nei fiori, negli steli, nelle conchiglie, nelle strutture molecolari, nei frattali, nella musica, e chi più ne ha più ne metta.... perchè non dovrebbe centrare anche con l'aumentare della popolazione umana e l'insorgere di nuove qualità? Sarà un'idea banale, ma per quel che costa provare...
0, 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55... Questa è la famosa sequenza di Fibonacci (matematico pisano, 1170-1240, è tra l'altro colui che ha introdotto la numerazione araba e lo zero in Europa), nella quale ogni numero si ottiene sommando i due che lo precedono. Con una cinquantina di somme si arriva al valore di 7.778.742.049, il valore più vicino ai quasi sette miliardi di esseri umani (censiti) che popolano oggi il pianeta. Decidendo del tutto arbitrariamente, e con una buona dose di fortuna, di considerare solo i punti della sequenza dove si verificava un aumento nell'ordine di grandezza, e confrontando tali valori con quelli di censimenti storici dell'umanità, verificando in che epoca si attestassero tali valori... Quasi cadevo dalla sedia notando la singolare coincidenza tra questi “snodi” nella sequenza e le epoche in cui l'Umanità ha visto i suoi maggiori cambiamenti!!
Ve la propongo nella tabella qui sotto

Seq. Fibonacci        -        stime pop/invenzioni-acquisizioni
                          0
                          1
                          1
                          2
                          3
                          5
                          8
                               }
                        13
                        21
                        34
                        55
                        89
                              }
                      144
                      233
                      377
                      610
                      987
                              }
                    1597
                    2584
                    4181
                    6765
                              }
                  10946
                  17711
                  28657
                  46368
                  75025
                               }
                121393
                196418
                317811
                514229
                832040            (70000 a.C., pop<1000000) linguaggio (Atkinson)
                               }
              1346269             (10000 a.C., pop 1000000) agricoltura, città
              2178309
              3524578
              5702887
              9227465            (6000 a.C., pop 10000000)
                               } ruota (V millennio a.C., Mesopotamia)
            14930352            (5000 a.C., pop 15000000)
            24157817            (3000 a.C., pop 25000000);(3200 a.C., scrittura Mesopotamia)
            39088169
            63245986            (1000 a.C., pop 50000000)
                                } filosofie, Buddha, Roma
          102334155            (500 a.C., pop 100000000)
          165580141
          267914296
          433494437
          701408733            (1750, pop 791000000)
                                } rivoluzione industriale
       1134903170            (1850, pop 1262000000)
       1836311903
       2971215073
       4807526976
       7778742049     (2020/2025?)
                                } coscienza collettiva? Singolarità tecnologica? IA?
    12586269025
    20365011074
    32951280099
    53316291173
    96267571272
              . . . .
(stime demografiche ONU e US Census Bureau)

Credo che non si sia mai fatto un collegamento tra la crescita demografica umana e i numeri di Fibonacci per via del fatto che neanche oggi esistono censimenti attendibili. Ai censimenti oggi sfuggono presumibilmente milioni di persone che vivono ad esempio in favelas, slums, bidonville, tribù disperse, o clandestini. Operando degli “aggiustamenti” alle cifre qui sopra nella colonna di destra in modo da ottenere approssimativamente l'epoca in cui la popolazione si attestava sul valore corrispettivo nella colonna di sinistra, (ad es., se nel 1000 a.C. La popolazione stimata è di 50 milioni, quanto si dovrà andare avanti nel tempo per trovare il valore di 63.245.986 presente nella sequenza di Fibonacci?) è evidente la corrispondenza di tali valori con le epoche delle maggiori conquiste dell'Umanità, anch'esse ad oggi soggette a stime ed approssimazioni.
Ciò che trovo più stimolante in questo discorso è il fatto che mancano (secondo stime che tengono conto dei tassi di crescita degli ultimi decenni) 10/15 anni al raggiungimento del prossimo “salto” evolutivo, cioè quando la popolazione umana sarà sui 7.778.742.049. I mezzi di cui parlava Teilhard de Chardin ci sono già tutti, e sono in crescita, e Ray Kurzweil prospetta entro i prossimi 25 anni la nascita della prima, vera Intelligenza Artificiale, oltre alla grande diffusione delle nanotecnologie, della robotica, della bioingegneria, un momento storico che lui chiama “Singolarità Tecnologica”, e che sarà destinato a cambiare per sempre l'Umanità e la sua storia.
Cosa accadrà?

2 commenti:

  1. with my compliments! magari questo "salto evolutivo" avrà ben poco a che vedere con la tecnologia.... ;)

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  2. grazie per i compliments :-) circa il salto, chi può dirlo... personalmente credo tanto nelle facoltà psichiche quanto nelle potenzialità delle nuove tecnologie emergenti, e non escludo che il prossimo salto non scaturisca da un misto dei due. Sono aperto alle sorprese ;-)

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